Reynisfjall, non solo fatica
Per la maggior parte dei cicloturisti che visitano l’Islanda Reynisfjall è ricordata come la ripida salita e la successiva ripidissima discesa sulla Ring Road che conduce a Vík í Mýrdal. Ancor più che generalmente si affronta questo ostacolo al termine o all’inizio della tappa.
Ma questo promontorio (fjall, in islandese) che si perde tra i più famosi nomi Reynisfjara, Reynisdrangar, Reynisdalur… (Reynis è il nome del primo insediamento norvegese nella zona) è un punto panoramico di grande bellezza che merita di essere visitato.
Alto fino a 300m costituisce la grande barriera che separa Vík í Mýrdal dalla famosa spiaggia di Reynisfjara.

Come raggiungere la scogliera
Costituito prevalentemente da praterie erbose la sua salita richiede circa 45 min partendo direttamente da Vík. Prima di giungere all’abitato (provenienti da Reykjavik) si prende la stretta strada (chiusa al traffico) che risale ripida con alcuni tornanti il versante orientale del promontorio per circa 200m di dislivello.
Giunti nei pressi della sommità si incontra la strada proveniente dal versante opposto che prosegue sul crinale in discesa puntando direttamente alla scogliera.
Poco prima è possibile prendere un sentiero un po’ esposto, ma estremamente panoramico che si affaccia su Vík sempre in direzione della scogliera.

Dalla scogliera il panorama è superbo. Si possono vedere i celebri faraglioni Reynisdrangar, la cui leggenda riconduce a tre troll rientrati in ritardo dalla battuta di pesca. Colti dai raggi del sole vennero tramutati in pietra, come accade ai troll Islandesi.
Verso Nord si potrà ammirare il poderoso complesso del terribile Katla, uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Mentre a Est e Ovest le sterminate spiagge nere di Reynisfjara e di Vík.
Mentre osserveremo il panorama verremo circondati da di gabbiani, più rara qalche pernice artica. Ma è soprattutto al tramonto, che tanti piccoli uccellini neri con il becco colorato arrivano. Le tanto famose Pulcinelle di Mare, i Puffin.

E in bicicletta
Per il ciclista la salità non è banale. I tornanti da Vík sono ripidi e con il fondo molto brutto e anche in discesa non è molto piacevole. È un percorso più da MTB che da cicloturismo. Molto megio per questa volta lasciar riposare la bici e il fondoschiena in favore di una bella scarpinata.
La zona della scogliera è molto esposta e l’erba arriva a strapiombo sulla parete rocciosa. Prestare la massima attenzione quando ci si avvicina.